giovedì 30 luglio 2015

trenta dì: luglio

Devo sforzarmi non poco per ritrovare a mia modesta memoria un'estate così estiva. 
Calda, luminosa, assolata.
Eh no, non venite a lamentravi del caldo rovente, non con me.
(Che ieri sera me ne stavo già sul divano con la copeertina di lana sulle gambe. Quindi questa "rinfreescata" a me ha già stufato, ridatemi l'estate, grazie. )
Ho goduto di ogni grado sopra la media, di ogni goccia di sudore che sentivo scendere sulla pelle, di ogni canto sgraziato di cicala che incessante ha fatto da colonna sonora a queste lunghe giornate. 
E se per un attimo ho sbuffato rigirandomi nel letto madido di sudore la notte, mi è bastato ricordare uno qualsiasi dei giorni bui, umidi e piovosi della (non)estate scorsa. 
Non farei a cambio con nemmeno mezza di quelle giornate.
Questa è un 'estate lunga, lenta, dilatata. A volte anche noiosa e molesta, come solo un'estate in città sa essere. Con grandi e desolanti spazi e tempi vuoti come è giusto che sia durante le vacanze. 
E se a volte ho sbuffato, perdendo la pazienza per l'ennesimo bisticcio, per il disordine imperante in casa, per le urla e il baccano, mi è basato ricordarmi che questa potrebbe essere l'ultima estate da mamma a tempo pieno. 
E quindi la loro ultima estate libera dai centri estivi e altre tremende forme di intrattenimento che trasforma le sacrosante vacanze in un tempo pieno perenne. 
Bastava questo pensiero, in  questo lungo luglio, a farmi apprezzare ogni istante, ogni strampalato gioco che metteva a soqquadro la casa, ogni mezz'ora di far niente davanti alla tv, ogni pisolino sudaticcio con il ventilatore che girava in sottofondo, nella penombra della casa mentre fuori il sole impazzava e arroventava tutto.
Ho lasciato che le giornate fossero lunghe, lente, dilatate. Non mi sono opposta al loro trascinarsi e mi sono lasciata trasportare dalla corrente.
Ho voluto che il loro tempo fosse libero, libero di essere vuoto, di essere giocato, di esere anche annoiato. 
Ho cercato di dosare con equilibrio  gioco e riposo, svago e dolce far niente, tra giochi di sabbia e acqua e ghiaccio e colori, nelle nostre amate terrazze, fidate compagne di mille avventure, e fuori casa, quando la canicola dava tregua e ci lasciava abbandonare la tana per uscire ad esplorare il mondo, come cuccioli curiosi e indaffarati.
 

Ho aspettato, stanca e stremata a volte, l'arrivo della sera. 
Quando dopo mille giochi e pastrocchi, bisticci sedati e paci fatte, pranzi, merende e cene a volte difficili da inventare, docce che lavano via dalla pelle strati di sudore, sabbia, antizanzare, storie della buonanotte e ninna nanne, finalmente la popolazione sveglia di questa casa superava la maggior età.
A quel punto, con il sole ormai calato da un pezzo, accendevo una candela, preparavo due bacinelle di acqua fredda con qualche goccia di olio 31, un paio di asciugamani e tappetini e come arzilli vecchietti ci mettavamo tutti e due con i piedi in ammollo seduti. 
Fuori dalla finestra il canto dei grilli, di fronte ai nostri occhi mille foto da scremare e un viaggio bellissimo, davvero bellissimo, da ricordare.
Un viaggio che prima o poi racconterò, ma che per ora mi tengo stretta, custodito dentro ai miei occhi, che  cullo ancora tra le mie braccia, premurosa e gelosa come una mamma con il suo neonato.


2 commenti:

  1. Invidio le persone che amano l'estate e il caldo. Io sono una bestia da vento e pioggia... e ringrazio Circe di avermi ridato, per un paio di giorni almeno, i miei amatissimi 21° celsius. Sono le giornate giuste per ricaricarmi... in vista delle prossime roventi settimane.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sei come mio marito! Anche lui adesso dice che si sta bene. Io dico che adesso fa freddo! Figurati a gennaio come mi sento!
      Comunque spero che torni il caldo...visto che finalmente andiamo un po' al mare. Sarebbe davvero una beffa se facesse brutto tempo tutta la settimana, dopo un mese di caldo tropicale!

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...