martedì 17 giugno 2014

fino alla luna

Ci sono amicizie che durano e crescono col passare delle stagioni. Amicizie che vengono da lontano. Lontano nel tempo e nello spazio.
Noi ci siamo conosciute sui banchi di scuola ai tempi del liceo.
Solo che il mio banco si trovava nell'entroterra veneziano e il suo in Bretagna. Per un paio di settimane siamo state compagne di classe e di camera da letto. Corrispondenti era il termine tecnico: fa un po' giornalismo di frontiera, ma tant'è...
Ci avevano abbinate per l'età e per le affinità venute a galla nelle nostre lettere di presentazione. Funziona così con gli scambi di classe. Che poi l'abbinamento sia azzeccato mica è garantito: lo scambio con l'Austria ebbe molta, ma davvero molta, meno fortuna.
Comunque quella volta sembrava che i professori ci avessero visto giusto: appena scesa dal bus nel cortile del liceo lei mi venne incontro e mi disse "stasera facciamo una festa da me, ti va?" e già così mi stava simpatica. Entrata in camera sua l'occhio mi cadde subito sul cd dei Placebo, che avevo anch'io: il primo disco quando ancora non se li filava nessuno e se li nominavo a qualcuno mi veniva risposto "pla...che?...", e pensai "oddio grazie!".
Legammo subito, fortissimo e tantissimo. Due settimane dopo toccava ai francesi venire da noi. Passammo un'altra settimana scoppiettante, tra calli di Venezia e vaporetti, aule di liceo, concerti in quel che era il mio club del cuore all'epoca e pub.
Lei si innamorò dell'Italia. Negli anni successivi venne spesso a trovarmi, a Carnevale e d'estate.
Veniva in vacanza e portarla nel mio mondo portava in vacanza pure me: concerti, gite al mare, mostre, musei, feste, partenze alle quattro da casa per andare a vedere l'alba a San Marco. E poi la vacanza a Napoli, mentre lei lavorava lì e passammo quei tre giorni a Ischia sole solette padrone del mondo. Ne combinavamo tante assieme e ad ogni partenza erano lacrime copiose quelle che bagnavano la banchina del binario. Tra un arrivederci e l'altro c'erano lettere che viaggiavano via posta. E cassette registrate, quante cassette!
Finito il liceo si trasferì qui, si iscrisse all'università e andò a vivere con delle ragazze che avevamo conosciuto una sera, amiche di nostri amici.
Due anni dopo mi univo anch'io alla combriccola e per un po' vivemmo assieme.
Poi lei cambiò casa, io andai a vivere con quello che ora è il padre dei miei figli e le nostre vite per un po' procedettero a frequenze meno assidue.
Accadde che una sera venne a cena da noi portando pizze in cartone, birre fresche e una proposta che non potevamo rifiutare.
Da lì si aprì un nuovo capitolo, per noi, per loro, per noi tutti assieme. Un capitolo scritto fitto fitto, con un inchiostro che non sbiadisce, che racconta di avventure mirabolanti e vicende difficili, di incontri importanti, di scelte e consapevolezze, di esperimenti e tentativi, di ragazze che diventano grandi.
Due anni fa, il 14 marzo, una mattina all'alba, non erano ancora le sei, la chiamai. Dovevamo andare in ospedale, forse c'era qualcosa che non andava, o forse il bambino stava per nascere. Lei attraversò il cortile, salì le scale ripide che portavano su nel nostro appartamento e rimase lì sul divano, in silenzio, ad aspettare che la mia bimba, la mia prima bimba, si svegliasse. Le avrebbe preparato la colazione, raccontato dov'erano mamma e papà e fatto compagnia fino all'arrivo dei nonni. L'immagine di loro due nella penombra della casa al mattino, davanti ad una tazza di latte e cereali mi accarezza sempre l'anima. Esattamente quattordici anni prima, il pomeriggio del 14 marzo scendevo, quasi diciottenne, giovane e piena di belle speranze, dal pullman che da Parigi ci aveva portato fin lì, e ci incontravamo nel cortile del suo liceo. Chi l'avrebbe mai detto che saremmo andate tanto lontano...
Ora lei vuole andare ancora più lontano. Non mi stupisce, conoscendola.
Vuole andare, pensate, sulla luna addirittura. Non da sola, certo, ma con il suo compagno di viaggio ed avventura.Un'avventura che dura da dieci anni. Dieci anni di parole e musica, concerti e tour su e giù per l'Italia e l'Europa, di costumi, travestimenti, scenari, disegni e pupazzi.
Per andare sulla luna hanno tutta una serie di idee fantastiche e fantasiose per riuscirvi, ma...hanno bisogno di una mano per affrontare il viaggio, che sì insomma, non è mica una cosa da tutti i giorni andare sulla luna.
Io spero tanto ci riescano. Lo spero tanto che vi faccio vedere di che si tratta. Chissà che a qualcuno venga voglia di aiutarli a salpare verso la luna.

Il crowdfunding è una grande opportunità. Per chi riceve aiuti concreti per mettere in piedi i propri sogni e farli camminare. Ma anche per chi dona. E' la possibilità di dire ehy, a me questa cosa piace e voglio darle una possibilità. Pratiche da mecenate su piccola scala, se vogliamo. Supportare piccole grandi realtà preziose. Far loro spiccare il volo.
Andate a vedere qui: scoprirete chi sono, cosa fanno, e, se vorrete, anche come aiutarli nel loro viaggio intergalattico.

https://www.musicraiser.com/it/projects/2245-viaggio-verso-la-lunatrip-to-the-moon

qui il video promo






6 commenti:

  1. più romantico di così... condividere il sogno di andare sulla luna... :)
    oggi ti ho pensato.... come mi avevi preannunciato Nicolò quando sarebbe diventato più grande avrebbe comunque patito un pò il distacco dei genitori per esser lasciato all'asilo... è una quindicina di giorni oramai che qualche lacrimina se la versa ogni volta che lo lascio all'asilo per andare al lavoro... per fortuna però che dura poco la crisi del distacco... almeno per ora

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    1. guarda accade anche alla materna: per mesi tutto liscio e poi all'improvviso scatta la crisi. entro certe misure è "naturale" e normale. sono mutamenti di consapevolezza, crescono loro e e le loro competenze, cambia il rapporto con la realtà, la capacità di comprensione del mondo attorno a sè, la maturità delle loro relazioni. poi passa. poi magari torna pure. ma poi passa di nuovo! un abbraccio a voi!

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  2. Che magnifica amicizia. Che bel racconto. ..
    e che ricordi. . Le cassette registrate che ci scambiavano io e Emme.
    E poi ho fatto da "vice" con la nipotina prima quando nasceva suo fratello e ne custodisco il ricordo bellissimo.
    Un abbraccio

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    1. lieta di aver fatto affiorare bei ricordi. un abbraccio anche a te, grande grande!

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  3. Sono felice di averti incontrata! quante belle foto, che bei post ..torno, promesso :)
    Un bacio

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