lunedì 16 settembre 2013

il primo giorno


Mi sono alzata presto.
Ho fatto colazione con lui, soli soletti, nel silenzio della casa ancora addormentata.
I bimbi si sono svegliati da soli.
Operativi e collaborativi da subito.
Talmente tanto che eravamo tutti pronti con un'ora d'anticipo sulla tabella di marcia, che io avevo previsto assai più caotica e trafelata.
Invece una rilassata  e serena calma aleggiava nella casa, mentre l'alba illuminava la casa di giallo.
Cora ha messo l'ultima crocetta e fatto l'ultimo passetto.
E poi siamo partiti tutti e quattro assieme.



Credevo che nel pomeriggio mi sarei seduta di fronte a questa tastiera per digitare ben altre parole.
Avevo messo un pacchetto di fazzoletti nuovo ed intonso nel mio borsellino.
Ero sicura che avrei pianto.
Non perché ci fosse nulla di tragico...anzi.
Solo perché sono un'inguaribile sentimentalona, un'incallita romantica dall'animo sensibile e dalla lacrima facile.
E invece niente, nada, niet... non una lacrima, nessun cenno di tremore al labbro, nessuna smorfia all'ingiù.
Il merito è suo.
Nient'altro che suo.
Perché era visibilmente emozionata, ma un sorriso frizzante splendeva nel mezzo del suo volto.
E i suoi occhi, tondi pieni e scuri mi hanno salutata senza tentennamenti.
Tanto si sapeva che quella davvero pronta era lei.
Che nei giorni scorsi mi diceva "Mamma, tu però non piangere quando sei da sola a casa".
Mi aveva anche proposto un'allettante soluzione alla noia e alla solitudine: convinta che anche il fratello vada all'asilo, " quello per i piccoli, però...", mi ha detto che poteva restare il papà a casa con me.
I bimbi a scuola, io a casa con lui, soli soletti...che serie infinita di bellissimi e inenarrabili pensieri mi sono balenati per la mente...ma no, non si può fare, qui qualcuno deve pur andare a guadagnare la pagnotta, e al momento questo qualcuno è lui.

E adesso, giorno dopo giorno, tocca a lei.
Che è sempre meno solo mia e sempre un po' più del mondo.
E il mondo è sempre un po' più suo.
Inizia la sua prima esperienza fuori dal nido, fuori dal mio abbraccio.
Dopo tre anni passati costantemente assieme, giorno e notte, pranzi, cene e merende, giochi, scoperte, bisticci e noia, risate, coccole, dispetti e lacrime, storie, filastrocche e milioni di baci.
E ora tocca a lei.
Da sola affronterà nuove esperienze, stringerà amicizie, scoprirà mondi, subirà torti, vincerà sfide, imparerà segreti.
Riderà, salterà e correrà come non ha fatto mai..
Spero conserverà il suo spirito, sensibile e giocoso, che non sia troppo timida e che sia in grado di difendersi senza essere manesca ed aggressiva.
Che il sorriso non si assenti troppo a lungo dal suo viso.
Che la sua voce narri e canti e che le sue orecchie sappiano ascoltare e lasciarsi rapire.
Che i suoi occhi scrutino, scoprano e si stupiscano.
Che il suo cuori si emozioni.
Che le sue mani esplorino e i suoi piedi ballino.
E che al pomeriggio, dopo una giornata ricca ed intensa, le sue braccia mi corrano intorno e si stringano forte attorno a me.



4 commenti:

  1. Che tenerezza!! Sono curiosissima dei racconti! !

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  2. Devo ringraziare anch'io mio figlio se non ho pianto. Ero già emozionata dai giorni prima, quella mattina credevo che sarei scoppiata eppure lui si è' comportato come se nulla fosse ed io mi sono rilassata. Non so se durerà ma per ora tutto fila liscio.

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  3. @ mammapiky: anche qui prosegue tutto bene, anche se siamo ancora a sole due ore al giorno, stanno facendo un inserimento lungo e soft e a me va bene così.
    venerdì pomeriggio ha pianto quando le ho detto che per due giorni non ci sarebbe andata :"uffa, ma io mi annoio" mi ha detto...'sta ingrata!!!

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