giovedì 18 luglio 2013

La credenza del nonno

Qui a "casanuova" mancano ancora un sacco di cose per sentirsi davvero a casa.
Mobili, strumenti, piani d'appoggio, spazi di lavoro, scaffali per l'ordine, oggetti per lo svago.
C'è ancora tanto negli scatoloni, giù in garage.
Libri, praticamente tutti i nostri libri, tranne quelli dei bimbi. Quelli erano già qui dalla prima sera.
Foto, cornici, quadri.
Le pareti ancora candide e vuote.

Fra i primi mobili arrivati ci sono due credenze, dono della famiglia di mio marito.
Due bellissime credenze, speciali e uniche, come tutti gli oggetti che portano con sé una storia, ricordi, memoria.

Una è un pezzo d'antiquariato, per anni è stata nel soggiorno degli zii di mio marito.
Quando abbiamo comprato casa l'hanno mandata dal loro restauratore di fiducia e ce l'hanno regalata. E' tutta un po' sghemba, bombata qui e là dal tempo e dagli interventi di cui ha avuto bisogno per reggersi in piedi in tutti questi anni di onorato servizio.
La chiamiamo affettuosamente "l'antica credenza", è sobria ed elegante, come una vecchia signora di altri tempi.

L'altra è molto più recente, anni 50, linee tipiche da mobile da cucina, semplice, lineare, robusto.
Mio marito la conosce bene, anche meglio dell' "antica credenza".
L'ha disegnata e costruita suo nonno.
Si ricorda ancora in quale cassetto sua nonna teneva la cioccolata, che lui goloso andava a cercare quando andava a trovarli.
Ma poi è passata di moda, con le sue linee tozze e quei pomelli di vetro a forma di fiore e il suo legno massiccio e pesante.
Per anni è rimasta chiusa in una soffitta.
Poi anche lei ha fatto visita al dottore dei mobili e ora riempie, tonda e piena, una parete del nostro soggiorno.





Ci aiuta  a tenere ordine fra tovaglie, canovacci, pentole e chicchere.






In un ripiano, basso e aperto che andrebbe chiuso con dei vetri che al momento non abbiamo messo per questioni di sicurezza, han trovato spazio le pentoline e le pappe di panno dei miei bimbi.
E' la loro piccola cucinetta, accoccolata sulle gambe di nonna credenza.



Il suo caldo legno color miele riempie il bianco e luminoso vuoto di questa casa in divenire.
E io mi diverto a tracciare su di lei il passare delle stagioni, che ne ha viste tante più di me.
Che tante ne ha da raccontare.
E ancor di più ne avrà da raccontare un giorno, chissà...magari ai nostri nipoti.














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